Agli albori della civiltà rinascimentale, l’astrologia torna a suscitare un notevole interesse presso le classi colte e dominanti i cui facoltosi esponenti si affidano per il loro futuro ai propri temi natali, creati appositamente per loro da illustri studiosi del tempo. In ambito artistico, la fortuna di tale fenomeno è esplicitata dalla nascita di una florida committenza che vede come soggetti di numerosi cicli decorativi i pianeti e i segni dello Zodiaco:
è il caso della volta della Loggia di Galatea presso la casina romana che Agostino Chigi commissionò in Trastevere e oggi notoriamente conosciuta come la Farnesina, dove vi sono evidenti rimandi astrologici – soprattutto all’oroscopo del committente – in cui a dei segni dello Zodiaco sono abbinate delle divinità; oppure nella Sala del Mappamondo in Palazzo Farnese a Caprarola, con l’immissione anche in questo caso di storie tratte dalla mitologia antica, come la caduta di Fetonte o la vicenda della nave di Argo.
Forse però il più famoso ciclo decorativo mai realizzato con rimandi all’astrologia è quello del Salone dei Mesi in Palazzo Schifanoia a Ferrara, eseguito per la committenza estense sul volgere del secondo quarto del XV secolo: in tale contesto scaturito da interessi eruditi di vario tipo – antiquaria, neoplatonismo – i segni zodiacali sono inseriti nel registro intermedio di una definita gerarchia che vede per ogni mese un’alternanza divinità protettrice-segno zodiacale-rimandi al governo estense.
Questa rinascita degli interessi astrologici è dopotutto sintomatica della fase di rinvigorimento culturale proprio del Rinascimento ed è indissolubilmente legata alla reviviscenza dell’interesse per gli dei antichi e per la cultura antiquaria in generale.
Riferimenti bibliografici
M. Battistini, Astrologia, Magia, Alchimia, Electa, Milano 2005
E. H. Gombrich, Immagini simboliche. Studi sull’arte del Rinascimento, Electa, Milano 2002
A. Warburg, La rinascita del Paganesimo Antico, La Nuova Italia, Firenze 1966
Clarissa Gissi