Duilio Cambellotti (Roma, 1876-1960), uno dei più importanti esempi di artista-artigiano del XX secolo, è riconosciuto come uno dei principali maestri Italiani dell’Art Nouveau. A partire dagli insegnamenti del britannico William Morris, fondatore del movimento Arts&Crafts, divenne propulsore dell’arte con finalità sociale, globale, moralistica e pedagogica.

Iniziò la sua carriera come designer, divenendo famoso per le sue lampade, che insieme a specchi, cofanetti, cornici e spille, entrò nelle produzioni di importanti ditte non solo italiane, ma anche francesi, tedesche e austriache.

Cambellotti è stato un artista a tutto tondo, duttile e camaleontico, eccellendo in tutte le attività in cui si è cimentato: incisore, xilografo, pittore, scenografo, architetto, decoratore, arredatore, designer, grafico, cartellonista pubblicitario, progettista di suppellettili, oggettistica e componenti d’arredo, scultore, ceramista e illustratore.

Nel 1914 la scenografia dell’Agamennone di Eschilo diede inizio al suo sodalizio con il teatro, dove si è occupato anche del disegno dei costumi e dei manifesti pubblicitari.

Sempre come illustratore lavorò alla Divina Commedia e ai Fioretti di San Francesco e anche per le riviste La Lettura, La Casa, L’Avanti della Domenica e L’Eroica.

Contemporaneamente all’impegno artistico, si dedicò insieme ad altri intellettuali romani alle cause politiche e sociali, soprattutto per quello che riguarda la riqualificazione dell’agro romano e delle paludi pontine. La sua produzione si legò da allora indissolubilmente con la città di Latina, dove si trova un museo a lui dedicato in cui sono conservate numerose opere di tematica rurale.

Lara Scanu