A cavallo tra il 1400 e il 1500 mentre in tutta Italia e in Europa nascevano e operavano i più grandi artisti e geniali personalità mai esistiti, anche ad Amatrice nacque un artista degno di nota, Cola Amatricinus, il nomignolo o nome d’arte col quale si firmava Nicola Filotesio (De Philectistis o Phjlostesios, nome che ci rimanda al possibile luogo di nascita, Filetta, frazione dell’attuale Comune di Amatrice).
Nato nel 1480 e attivo tra Regno di Napoli e Stato Pontificio, è stato pittore di gran fama e architetto ed è proprio questa sua occupazione, non secondaria e anzi eccellente, è ciò che gli ha assicurato il posto d’onore in cima a quello che una volta era il Corso principale della città.
Nel 1538 Alessandro Vitelli ottenne Amatrice come feudo da Carlo V; la città era stata saccheggiata e rasa al suolo in quanto alleata dei francesi contro gli spagnoli, le due fazioni che si contendevano il Regno di Napoli.
Avendo perso le mura, le torri, le infrastrutture e l’architettura civile, il Vitelli nel 1540 incaricò Cola Filotesio di tracciare la nuova pianta della città, ampliò le strade principali e diede il via ad una grande campagna di restauri e ricostruzioni che interessarono tutta l’area, lasciandone però inalterata l’impianto urbanistico che fino al 24 agosto 2016 aveva subito pochissime variazioni, risultava essere letteralmente sospesa nel tempo, con la toponomastica che rimandava alla vita e ai mestieri del tempo di Cola.
Nel 1913 gli amatriciani fecero realizzare dallo scultore e notevole bronzista Turilllo Sidoni, per l’esorbitate somma di Lire 3000, un gradevole basamento con le personificazioni immortalate nel marmo bianco della Pittura, della Scultura e dell’Architettura, arricchito da frammenti marmorei di varia natura e provenienza montati su muratura rivestita di mattoni; tale ricco basamento era sovrastato dalla statua in bronzo di Cola ritratto in abiti rinascimentali e nell’atto di dipingere in quanto reca in una mano la tavolozza con il pennello (da tempo manchevole ma reintegrato nel restauro).
Per quasi 100 anni la statua è stata la prima cosa che ogni amatriciano e ogni visitatore vedeva la mattina passeggiando tra i due parchi comunali e avviandosi verso le meraviglie che offriva Corso Umberto I; estremamente corrosa e deteriorata, con forti ossidazioni e sulfurazioni che avevano già provato il sottile metallo della statua cava realizzata tramite fusione.
Cola Filotesio è caduto immediatamente il 24 agosto, decapitato e gravemente lesionato, ma non è stata tutta colpa del sisma, le imperfezioni della fusione e il diffuso “rattoppo” già eseguito al momento della realizzazione, hanno reso gli equilibri estremamente precari.
Sarebbe potuto essere un Tesoro Perduto, ma è stato un Tesoro Ritrovato grazie al tempestivo restauro di questo simbolo della città meno conosciuto.
I suoi pezzi sono stati riassemblati, le parti mancanti risarcite con microfusioni e tutta la struttura è stata rafforzata internamente; sono state rimosse le incrostazioni di ossidi e tutta la superficie è stata trattata con un inibitore di corrosione, la stessa sostanza contenuta nel trattamento acrilico finale, il tutto è stato infine protetto con uno strato di cera microcristallinache ha restituito brillantezza e dignità alla statua che è tornata al suo posto.
Arianna Santini