Todi è per antonomasia una terra di confine. Il suo nome deriva dal toponimo Tuder che a sua volta deriva da tular, “confine” in etrusco. Il centro si trova infatti tra il territorio orvietano e la provincia di Perugia, confine tra gli antichi popoli Etrusco ed Umbro. La sua formazione risentì infatti di entrambe le influenze, anche se ad un certo punto prevalsero i primi; l’esempio più famoso di questo periodo è sicuramente il Marte di Todi, statua bronzea di V secolo a. C. oggi conservata ai Musei Vaticani.
Dopo la romanizzazione Todi fu invasa dai Goti durante la guerra gotica (535-552), episodio di cui recherebbe traccia una delle frazioni chiamata indicativamente Ponte Cuti, Ponte dei Goti. Tuttavia questa non è l’unica etimologia possibile: potrebbe infattipro venire da “pons acutus”, riferito quindi alla forma del ponte romano che ad oggi collega il paesino alla strada statale.
Successivamente fu presa dai Bizantini, che resistettero qui anche all’invasione longobarda. La città entrò a far parte del Corridoio Bizantino.
Todi seguì la politica della zona, facendo parte dello Stato della Chiesa poi dello Stato Libero. Qui Garibaldi trovò molti seguaci che si unirono alle Camice Rosse.
Passeggiare per la città è un po’ come tornare nel passato: fonti e immagini d’epoca confermano la pressoché integra conservazione del centro.
La conformazione è quella tipica della città etrusca, poi medioevale in Umbria, ovvero posta su un’altura che spicca su un territorio vallivo o pianeggiante e circondata da mura: ne rimangono quelle etrusche e romane in parte, ma soprattutto si mantiene la terza cinta del ‘200, di cui si conservano anche molte delle porte.
Fuori da una di queste, Porta Orvietana, è la chiesa detta Tempio di S. Maria della Consolazione, forse progettata dal Bramante.
Continuando il percorso, entro le mura è la chiesa di S. Fortunato, gotica, dove si trova un affresco che rappresenta Iacopone da Todi.
L’autore medioevale si inserisce nella tradizione della letteratura sacra, di cui altro rappresentante è il conterraneo S. Francesco d’Assisi, entrambi francescani.
Il beato tuderte ha però al contrario di questo una visione negativa della vita, dovuta ad episodi tragici e sfortunati della sua vita, come la morte della moglie e la scomunica da parte di papa Bonifacio VIII. La sua produzione risulta così molto particolare e raggiunge picchi di grottesco, come nella poesia, forse la più famosa “Oh signor per cortesia”, dove Iacopone prega per ricevere ogni tipo di malattia così da poter espiare i propri peccati. Le descrizioni sono molto realistiche e concrete, con un senso del macabro molto vivido, facendo di questa uno degli esempi di poetica più originali dell’epoca.
Al centro della città è una delle piazze più importanti d’Italia, Piazza del Popolo, esempio fondamentale dell’epoca dei Liberi Comuni. Qui si concentrano i monumenti più famosi di Todi: la Cattedrale dell’Annunziata, di stile romanico-gotico con il meraviglioso Giudizio Universale e la cripta, sede di un museo.
Sugli altri lati della piazza sono le testimonianze dell’edilizia pubblica, i palazzi del potere: Palazzo dei Priori, palazzo del Popolo e palazzo del Capitano, questi ultimi sedi del Museo Civico.
Come tutte le città umbre anche Todi offre una scelta enogastronomica interessante e piacevole. Si consiglia il piatto tipico, la Palomba alla Ghiotta, ovvero una sorta di piccione selvatico, la palomba appunto, cucinata con vino rosso e aromi, tipico abbinamento della cucina umbra.
Todi è una meta sicuramente famosa tra gli amanti dell’antiquariato, visto che qui viene fatta una delle più importanti fiere d’antiquariato d’Italia che si tiene nel periodo di Pasqua, precisamente dal giovedì Santo alla domenica dopo Pasqua.
Benedetta Cosimi