Realizzata nel 1927 dall’architetto Pietro Lombardi, la fontana degli artisti, si inserisce nel contesto storico artistico della celebre via Margutta, che ha ospitato a partire dal Seicento le dimore e le botteghe di grandi artisti (il primo a giungere fu Gentileschi nel 1612) considerata la Montmartre romana, dove si addensavano studi di pittori, scultori, fotografi e scrittori, una tradizione artistica che giunge sino ai giorni nostri, con la presenza di botteghe artigiane e case d’aste.
La fontana, inquadrata da un arco, è realizzata in marmo, con una base triangolare e presenta due mascheroni, uno lieto e l’altro triste, che rappresentano lo stato d’animo del pittore (ma le maschere possono ricordare anche la commedia e la tragedia, con un richiamo all’arte teatrale)
Sgabelli, maschere, compassi, cavalletti, un recipiente con pennelli e martelli da scultore posto sulla sommità della fontana, insomma, gli strumenti del mestiere degli artisti.
L’acqua sgorga dai mascheroni e dagli snodi dei compassi, raccolta poi nella vasca sottostante.
Questa fontana faceva parte di un più grande progetto del comune, che prevedeva la realizzazione, per ogni rione ( quelli presi in considerazione furono: Campo Marzio, Sant’Eustachio, Pigna, Borgo, Ripa, Tiburtino, Monti, Celio e Trastevere) di una fontana che ne diventava così il simbolo, come appunto la fontana degli artisti diventò simbolo della via artistica, tale ancora oggi.
Ilaria Esposito