
Il dipinto conservato attualmente alla Pinacoteca Nazionale di Bologna è solo un frammento di un’opera più grande, raffigurante le nozze di Bacco e Arianna. Il dipinto venne commissionato a Guido Reni dal cardinal Francesco Barnerini per la regina d’Inghilterra Enrichetta Maria di Borbone, e venne scelto questo tema solo in un secondo momento, andando a sostituire Cefalo e Aurora.
L’opera venne realizzata a Bologna ma, prima di raggiungere l’Inghilterra, venne bloccato a Roma presso il cardinale Barberini a causa dei drammatici fatti politici che precedettero la decapitazione di Carlo I, marito di Enrichetta. L’opera giunse l’Inghilterra nel 1647, ma, solo un anno dopo, quando la regina venne esiliata, fu costretta a vendere il dipinto, che, intanto, aveva acquisito un’enorme fama, per sanare i debiti. Venne acquistato da Michel Particelli d’Hemery, ma sua moglie lo distrusse, dicendosi oltraggiata dalla numerosa presenza di nudi.
Tutte le informazioni relative a questa opera e alle vicende che la riguardano sono contenute nella Felsina pittrice di Malvasia, che fornisce molti dettagli anche sulla produzione del grande dipinto.
Sir Denis Mahon, storico dell’arte inglese, è il responsabile del ritrovamento del grande frammento raffigurante Arianna e sostiene, analizzando i contorni del dipinto, che non può essere stato distrutto ma tagliato volontariamente: forse la vedova d’Hemery divise il dipinto in diverse parti per rendere la vendita di essi più facile.
L’aspetto originario del dipinto è noto grazie ad un incisione di Bolognini, ritenuta la copia più fedele, essendo egli allievo di Reni ed essendo presente nella bottega durante la realizzazione dell’opera. Inoltre esiste una copia, non del tutto conforme all’originale, di Francesco Romanelli, la cui commissione è ancora incerta.
Il frammento raffigura Arianna con le spalle coperte da un mantello bianco, la testa di profilo e lo sguardo rivolto verso Bacco, presente nella parte del dipinto mancante. Sopra di lei vola un amorino, che ha in mano una corona di stelle: questa, attributo tradizionale della principessa cretese, è il simbolo del destino della donna, ovvero quello di diventare la moglie del dio del vino e di essere immortalata in cielo con una costellazione, in modo che la sua memoria duri per sempre.
Concetta Liberato