Cinque domande a…Sity, progetto per un tour virtuale cittadino con Chiara Vitaloni

  1. Cos’è e come è nato il progetto Sity?

Potrei partire dall’ispirazione. Ero a cena con alcuni colleghi e compagni di corso quando il cellulare di uno di essi ha notificato tramite l’applicazione di Facebook che il signor Tal dei Tali era nelle vicinanze. Al momento sbuffai pensando a quanto, secondo la mia opinione, sarebbe stato molto più utile e produttivo (almeno per me) avere una segnalazione delle aree e dei musei archeologici. Non così di rado, infatti, mi capita di visitare località italiane e, per quanto possa essermi informata prima di affrontare l’escursione, maldestramente mi sono scordata di visitare qualcosa o perché le aree archeologiche non sono adeguatamente segnalate o perché gli eventi dei musei fino a qualche anno fa non sempre erano pubblicizzati (se non sulle rispettive pagine web istituzionali). Sembrava un’idea banale e forse lo era. Così mi misi a fare ricerche sugli store delle applicazioni per smartphone senza trovare un’App che si avvicinasse minimamente a ciò a cui avevo pensato: avere la possibilità di essere informata su musei e aree archeologiche presenti e visitabili/visibili nelle mie immediate vicinanze. Così dall’idea passai alla progettazione vera e propria che divenne anche il soggetto della mia Tesi di Laurea Magistrale. Grazie all’ausilio dell’ormai ex spin-off del dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Ferrara passai anche alla progettazione informatica (da autodidatta e con modestissimi risultati).  Nasce così Sity, l’app per la valorizzazione del patrimonio culturale e archeologico italiano. In seguito all’assegnazione del premio, capii che non potevo abbandonare l’idea di creare e aggiornare un database che integrasse l’applicazione, affiancandolo magari a un sito web che permettesse anche una condivisione più accurata di varie informazioni non solo di carattere storico archeologico, ma anche meramente turistiche e informative. Per cui si passò alla realizzazione del Progetto Sity, tuttora in fase di sviluppo.

Fig. 1

  1. Quali sono le potenzialità di un mezzo come questo e da quali enti può essere richiesto ed utilizzato?

Le potenzialità derivanti dal Progetto Sity sono molteplici: in primo luogo può essere sfruttato come un’ottima vetrina per la valorizzazione e la sponsorizzazione dei musei. Faccio riferimento in particolar modo a quelli di modeste dimensioni che non sempre rientrano tra le preferenze di visita dei turisti. Inoltre può essere un “luogo virtuale” in cui condividere le esperienze di visita e avere una visione organica degli orari, del prezzo dei biglietti e delle iniziative promosse. L’utente singolo, ricevendo una notifica sullo smartphone, può conoscere le distanze effettive dal museo e come raggiungerlo.  Non è da escludere che questo tipo di applicazione possa essere sfruttata da ogni ente museale che ne voglia far richiesta (partendo da fasi sperimentali) per il monitoraggio dei visitatori, per conoscere le loro preferenze, per avere un’analisi dei periodi di maggior affluenza del pubblico e, di conseguenza, avere i dati necessari per una migliore gestione del museo/sito, soddisfacendo le esigenze e corrispondendo ai consigli del pubblico.

  1. Quanto è importante una mappatura del patrimonio pregressa per un progetto di questo tipo?

Così come i musei stessi censiscono i loro magazzini e le loro risorse, è necessario che, all’alba degli anni ’20, nasca un modello di catalogazione sistematico che sia estrinseco dalle strutture dei musei civici e dei poli museali del Ministero, spesso sottoposti a riforme riorganizzative. Non si tratta di dare maggiore visibilità a uno piuttosto che a un altro museo o area archeologica, quanto mettere tutte le nostre risorse archeologiche, storiche e artistiche sullo stesso piano democraticamente e dando pari dignità ad ognuna di esse.  La conoscenza è il miglior strumento che porta al miglioramento. Avere un quadro sovrastrutturale e imparziale aiuta scientificamente a capire cosa si può migliorare e anche come intervenire. A maggior ragione, si deve iniziare a pensare in un’ottica di questo tipo anche a seguito della ripresa del nostro Paese dopo la chiusura forzata a causa dell’epidemia di Covid-19, quando si cercherà di puntare a un incremento del turismo proprio in Italia nelle grandi città e nei piccoli borghi.

Fig. 3

  1. Cosa manca per rendere completamente fruibile la risorsa prodotta?

Pur cercando di ottimizzare il prodotto con un continuo aggiornamento, Sity manca di un’istituzione che se ne occupi a mo’ di Mecenate per l’avviamento ufficiale. Sappiamo bene che non è facile cercare di “fare imprenditoria” sul mercato del lavoro oggi in Italia. Per molti giovani è un salto nel vuoto che molto spesso, anche se calibrato bene fin dall’inizio, può portare a esiti negativi. Sono più le Startup che falliscono rispetto a quelle che hanno successo o semplicemente che sopravvivono. Mancano le competenze e il personale esperto nel settore che possano permettere a Sity di lanciarsi nell’imprenditoria con un programma gestionale strutturato e consono a quella che mira ad essere un’impresa culturale.

  1. Quali sono le difficoltà nel rendere facilmente utilizzabile questa applicazione?

Sity come App e come Progetto in senso lato nasce per essere fruibile dall’utenza in maniera gratuita. Proprio in virtù del fatto che la conoscenza è una risorsa a cui tutti devono aver diritto, ritengo che sia necessario fornire gli strumenti per poterlo permettere. Le nuove tecnologie, tanto declamate dai mass media, non possono avere solo una funzione di mero intrattenimento. È nostro dovere proteggere e valorizzare il passato, per quanto utopistico possa essere. È nostro dovere che ciascuno di noi abbia la possibilità di sfogliare il meraviglioso e immenso “album dei ricordi” degli antenati, ammirare i popoli, le culture e gli ideali che ci hanno permesso di essere il Paese della cultura.

Fig. 4

 

RINGRAZIO CHIARA VITALONI PER AVER SOTTRATTO TEMPO AGLI STUDI E RISPONDERE ALLE MIE DOMANDE SUL SUO PROGETTO.

 

CHIARA VITALONI (MILANO, 1993) È ARCHEOLOGA SPECIALIZZATA IN PREISTORIA E INSEGNANTE DI LINGUA E LETTERATURA GRECA E LATINA PRESSO UN ISTITUTO PRIVATO. NEL 2015 HA CONSEGUITO LA LAUREA TRIENNALE IN LETTERE ANTICHE CON CURRICULUM ARCHEOLOGICO PRESSO L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA. NEL 2017 A SEGUITO DEL CONSEGUIMENTO DELLA LAUREA MAGISTRALE CON LODE IN “QUATERNARIO, PREISTORIA E ARCHEOLOGIA” PRESSO L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FERRARA, È STATA INSIGNITA DEL “PREMIO ANTONELLA FIAMMENGHI” NEL CONTESTO DELLA XX BORSA MEDITERRANEA DEL TURISMO ARCHEOLOGICO DI PAESTUM PER L’INNOVATIVA TESI INTITOLATA “NUOVI SVILUPPI DELL’ARCHEOLOGIA COMPUTAZIONALE FINALIZZATI ALLA PROGRAMMAZIONE DI UN’APPLICAZIONE ANDROID PER SCOPI DIVULGATIVI”. ATTUALMENTE SPECIALIZZANDA ALLA SCUOLA INTERATENEO DI SPECIALIZZAZIONE IN BENI ARCHEOLOGICI DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRIESTE. HA PARTECIPATO A NUMEROSE CAMPAGNE DI SCAVO, TRA CUI LA MISSIONE ITALIANA DELLA SCUOLA DI PALEOANTROPOLOGIA A OLDUVAI (TANZANIA). SI OCCUPA DI DIVULGAZIONE ARCHEOLOGICA CON APPOSITI PROGETTI INTERDISCIPLINARI IDEATI PER LE SCUOLE.

 

Lara Scanu

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