Quando Gabriele D’Annunzio decise di recarsi a Villa Cargnacco per lavorare al suo Notturno, probabilmente non immaginava che quella di Gardone Riviera sarebbe stata la sua “ultima” dimora.
Oggi ospita la Fondazione del Vittoriale degli Italiani, ma un tempo era Villa Cargnacco, che il vate acquistò da Henry Thode, uno studioso d’arte che aveva sposato una nipote del celebre compositore Liszt. Il 31 ottobre 1921 D’Annunzio non solo entrò in possesso della villa ma anche del suo prezioso interno, tra cui il mobilio, la biblioteca e pezzi di prestigio a livello culturale e musicale, come ad esempio il pianoforte di Liszt e alcuni manoscritti di Wagner.
Nel novembre dello stesso anno venne incaricato l’architetto Gian Carlo Maroni di ristrutturare l’edificio e il boschetto che ospitava numerose colonne memoriali viene chiamato Vittoriale, termine che nel tempo definirà l’intero complesso. Il 22 dicembre del 1923 D’Annunzio donò il Vittoriale al popolo italiano e, nel corso degli anni, il complesso monumentale si arricchirà di nuovi cimeli, molti dei quali di guerra e di nuovi apparati decorativi, oltre che nuovi beni immobili come l’adiacente Villa Mirabella.
Quello che vediamo oggi è l’esito finale di questo complesso edilizio che consiste non solo nella villa e nelle sue stanze, ma anche dei meravigliosi giardini, piazze, strade e un teatro all’aperto. Dalla Prioria, la casa vera e propria di D’Annunzio, al Museo D’Annunzio Eroe, che raccoglie il patrimonio storico legato alla guerra, passando attraverso altri luoghi magnifici come il Mausoleo, il monumento che rimanda per la sua architettura alle antichità romane ed etrusche, in cui riposa il poeta accompagnato da dieci arche in cui sono sepolti dieci eroi della guerra a lui cari.
Questi sono solo alcuni dei luoghi del Vittoriale che merita di essere visitato, seppur virtualmente, tanto è permeato di storia e cultura, passate per le mani di un uomo che di entrambe si circondò nella sua dimora finale.
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Ilaria Esposito