Nella Pinacoteca nazionale e nella chiesa di San Cristoforo alla Certosa di Ferrara sono conservate diverse opere d’arte di notevole importanza.
Tra esse, il cosiddetto polittico Costabili (1513 – 1525 ca.), commissionato dal nobile Antonio Costabili, realizzato da Dosso Dossi e Benvenuto Tisi da Garofalo, che dipinse anche il grande affresco staccato raffigurante l’Antico e il Nuovo Testamento (1523), e il grande coro ligneo attribuito a Pier Antonio degli Abbati conservato nella Certosa cittadina.
Queste, insieme ad altri notevoli prodotti dell’arte ferrarese conservati presso il museo cittadino di Casa Romei, erano le punte di diamante di un gioiello oggi perduto: la Chiesa di Sant’Andrea.
Questo edificio sacro venne edificato attorno al Mille ed appartenne al Capitolo della Cattedrale fino al 1256 e poi concesso agli Eremitani di Sant’Agostino. Nel Cinquecento raggiunse il numero di nove cappelle per lato, ulteriormente ampliate nel XVII secolo di altre tre unità, di cui una nel 1627 opera dell’architetto Giovan Battista Aleotti.
Nel 1796 la chiesa continuò ad essere officiata, invece i chiostri dell’annesso convento vennero in parte utilizzati dai francesi come caserma e poi completamente demoliti nei decenni seguenti.
Tra il XVIII e il XIX secolo, le armate napoleoniche requisirono il convento annesso, utilizzato come caserma e poi demolito, successivamente alla chiesa venne tolto il titolo di parrocchia. Dopo altre sfortunate vicende, nel 1886 il tempio fu chiuso definitivamente e le opere trasferite prevalentemente nella pinacoteca cittadina.
La chiesa rovinò lentamente, ma gli fu fatale un grave crollo nel 1938, che consentì al comune, proprietario delle mura, di attuare diverse demolizioni per far spazio a nuovi edifici di pubblica utilità fino agli anni Settanta.
L’unica zona superstite è quella dell’abside, per la quale sono stati realizzati dei lavori sia dal Comune di Ferrara, sia dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici. In occasione delle celebrazioni del V centenario dei lavori per l’Addizione Erculea (1492-1992), su iniziativa dell’associazione Ferrariae Decus, è stata collocata una lapide a ricordo del luogo nella navata sinistra in cui si trovava un tempo la tomba dell’architetto Biagio Rossetti, uno dei tanti personaggi importanti sepolti nella chiesa. Infatti, oltre a Rossetti e Aleotti, qui fu sepolto tra gli altri anche Aleotti e Antonio Costabili.
Lara Scanu