
La tipologia della Sacra Conversazione, così come esemplificata da quest’opera, rappresenta la costruzione di uno schema iconografico assai antico, diffuso sia in Oriente che in Occidente.

L’iconografia tradizionale prevede, generalmente, una Madonna con Bambino posta al centro, a volte seduta in trono ed accompagnata ai lati dai committenti dell’opera o da Santi legati ai donatori stessi. La scelta di alcuni personaggi è dettata o dall’omonimia del committente con un santo oppure dal fatto che quest’ultimo sia protettore della categoria lavorativa a cui il donatore appartiene, si pensi, ad esempio, a Sant’Eligio per gli Orafi, a San Luca per i Pittori o a Santa Cecilia per i Musicisti. In alcune occasioni, i santi prescelti possono essere portatori di doti morali e intellettuali peculiari della cultura a cui appartiene la famiglia ordinante l’opera pittorica o protettori della città o dell’ordine monastico che dovrà accogliere il dipinto o ai quale appartiene il committente o un illustre membro del suo casato.

Così tra XV e XVI secolo, particolarmente nell’Italia centro settentrionale, la Sacra Conversazione assunse il ruolo privilegiato di pala d’altare o di cappella, dove la Vergine o il Cristo crocifisso, ben distinti dal resto dei personaggi attraverso alcuni espedienti che li isolano dal paesaggio sullo sfondo, dialogano direttamente con lo spettatore rivolgendogli lo sguardo, mentre i Santi che li accompagnano vengono raffigurati in atto di adorazione di Maria o di Gesù in Croce, oppure mentre sono intenti a giocare con il piccolo Gesù.

Lara Scanu