InMostra. Cartier e il Mito ai Musei Capitolini

Esistono miti intramontabili, come quelli raccontati nelle favole e nei poemi degli antichi, come Omero per i Greci e Ovidio per i Romani, e poi ci sono quelli moderni, o per meglio dire contemporanei, che sfidano l’antichità riplasmandola, prendendola a modello, rendendola attuale.

È su questi principi che la Maison Cartier ha deciso di realizzare la mostra “Cartier e il Mito ai Musei Capitolini”, celebrativa del rapporto con l’antichità presente nella creazione di gioielli della più celebre firma della gioielleria mondiale.

La mostra è curata dalla storica del gioiello Bianca Cappello, dall’archeologo Stéphane Verger e dal Sovrintendente Capitolino Claudio Parisi Presicce, che hanno realizzato un percorso in cui le sculture raccolte nella collezione del cardinale Alessandro Albani, nucleo fondativo dell’istituzione museale romana, dialogano con il genio creativo della gioielleria, capace di prendere motivi antichi e renderli non solo immortali, ma anche di tendenza.

Il rapporto tra Cartier e l’antico si evidenzia e si materializza attraverso varie tematiche argomentativi, dal repertorio antico in gioielleria, dai “pastiches” dei grandi collezionisti e orafi del XIX secolo, come i Castellani a Roma, stile Neoclassico Garland, fino alle opere successive ispirate a Jean Cocteau nel secondo dopoguerra, arrivando infine alle creazioni odierne e a un nuovo e più moderno approccio all’Antichità.

Il progetto di allestimento, nato per uno spazio dei Musei Capitolini che finora non aveva mai ospitato una mostra temporanea, è a cura di Sylvain Roca, con uno straordinario contributo creativo di Dante Ferretti, scenografo e costumista premio Oscar.