CulturaFuoriPorta. Due Carrare: L’antico borgo dei mulini

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Ai piedi dei Colli Euganei sorge il paese di Due Carrare nato nel 1995 dalla fusione di Carrara San Giorgio e Carrara Santo Stefano. Una piccola cittadina, ma capace di sorprendere!

La sua origine risale al Medioevo e si intreccia con le vicende della potente famiglia dei Da Carrara che quasi certamente aveva costruito il suo castello proprio sulla sommità del colle di San Giorgio. Le vie di Due Carrare custodiscono vari luoghi da scoprire fra i quali Pontemanco, un borgo del XV secolo che oggi è compreso nel circuito dei beni del FAI.

È interessante raggiungere Pontemanco scegliendo uno dei percorsi ciclabili che attraversano il territorio, una volta al borgo si viene accolti dallo sciabordio dell’acqua che conduce all’elemento caratterizzante Pontemanco: il suo antico mulino fluviale.

La fonte più antica riguardo i mulini risale al 1338 quando vengono citati nel testamento di Marsilio da Carrara, secondo signore di Padova, sepolto a Due Carrare nell’     abbazia di Santo Stefano.

Nel 1405 la signoria Carrarese decade per mano dei Veneziani, i beni dei Da Carrara compresi i mulini di Pontemanco vanno all’asta e vengono acquistati dalla famiglia Morosini. Già nel 1406 i mulini diventano due, uno per ogni riva del canale, ciascuno munito di quattro ruote e case in muratura. Nel 1539 le ruote arrivano alla loro massima espansione raggiungendo il numero eccezionale di dodici. Il mulino della riva sinistra rimane in attività fino al 1971. Oggi è rimasta una sola ruota e il mulino di destra.

Pontemanco era un centro proto-industriale poiché mulini di tale importanza alimentavano un insieme di attività indotte che vedevano impegnati carpentieri, fabbri, carrettieri e maniscalchi oltre a coloro che lavoravano proprio nei mulini, e nell’insieme costituivano il primo nucleo di famiglie del borgo.

A Pontemanco vi sono due esempi di villa veneta.

Villa Ca’ Pasqualigo (poi Grimani, oggi Fortini) risale al XVII secolo e si componeva di più edifici: la villa, le case a schiera che probabilmente costituivano gli alloggi dei contadini che lavoravano appunto per la famiglia, una torretta a base quadrata con merlatura e l’oratorio della Beata Vergine Maria Annunciata. Quest’ultimo nonostante fosse di proprietà privata era accessibile a tutti poiché non vi era la chiesa parrocchiale.

All’interno l’Oratorio presenta un ricco apparato decorativo barocco costituito da affreschi alle pareti, soffitto ligneo dipinto, stalli lungo tutto il perimetro interno, Via Crucis e altare marmoreo con pala e busti lapidei.

L’altro esempio di villa veneta padronale è villa Morandini-Sperandio un tempo abitata dalla famiglia proprietaria del mulino di fronte.

Fra le case del borgo ne scorgerete una con una targa commemorativa, è casa Brunazzo dove hanno trovato rifugio sette ebrei, per quasi un anno e mezzo, grazie al coraggio e alla bontà in particolar modo di Guerrino Brunazzo che nel 2017 è stato riconosciuto tra i “giusti delle nazioni”.

Chiara Varetto

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