Una perla si forma quando un corpo estraneo si ferma nella cavità palleale e viene ricoperto da strati successivi di madreperla allo scopo di difendere i tessuti irritati dell’animale. Si depositano vari strati di calcio che, in combinazione con altri minerali, creano questi oggetti dalla forma perlopiù sferica, poiché la forma, tramite materiali immessi dall’interno delle ostriche, può essere guidata artificialmente.
Il colore più comune nelle perle è il bianco, ma esistono in natura anche perle rosa, color crema, viola scuro, grigie e nere; tra queste ultime la celeberrima Akoya e la costosissima perla di Tahiti: le ostriche che producono perle nere sono molto delicate e in ogni coltivazione ne muoiono tantissime e tale fattore che le rende costose e rare. Il valore delle perle non è definito solo dal colore, ma anche dalla forma e dal lustro, vale a dire dalla luce che riesce a riflettere.
Ci sono due categorie di perle, quelle di acqua dolce o di acqua salata. Le tre categorie di perle d’acqua salata sono le Akoya, le perle di Tahiti e le costosissime e rare perle South Sea.
Gli antichi ci forniscono vari racconti riguardo la nascita della perla e il suo significato: nata dalle acque o dalla luna, trovata in una conchiglia, per le filosofie orientali rappresenta il principio Yin, simbolo essenziale della femminilità creatrice.
Da questo triplo simbolismo, Luna-Acqua-Donna, derivano la loro possibilità di compiere prodigi e di guarire, come ad esempio in India, dove viene trattata come una panacea contro emorragie, follie ed avvelenamenti, mentre nel vecchio continente veniva utilizzata per curare la malinconia, l’epilessia, la demenza e presso i Greci divenne il simbolo dell’amore e del matrimonio, da qui anche la doppia fama di regalo di buon augurio (in oriente) e cattivo auspicio (in occidente), in Oriente erano celebri per le loro qualità afrodisiache ma anche per il loro significato funerario: le perle venivano depositate nelle tombe perché si riteneva che rigenerassero il defunto e lo accompagnassero in un ritmo cosmico.
Lara Scanu