
Un’esposizione che cade nell’anno del Giubileo e che ricorda un artista che proprio grazie ad un Anno Santo, quello del 1600 che apriva il nuovo secolo, divenne il più famoso sulla scena romana grazie ai suoi dipinti con le Storie di san Matteo per la Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi.

È in corso a Palazzo Barberini e chiuderà il 6 luglio 2025 la mostra Caravaggio 2025, interamente dedicata al pittore che stupì il mondo con il suo modo di esprimere, attraverso luci ed ombre, narrazioni, emozioni e religiosità con personaggi in abiti e con oggetti quotidiani e alla portata di ogni persona che si accostava a questi dipinti.

Il merito di questa mostra è quello di restituire al pubblico – romano e non solo – un gran numero di opere del maestro lombardo, evidenziando in particolare quelle che ne mostrano più l’oscurità che la luce, così come è possibile vedere anche dalla scelta dell’allestimento, dai colori vicini alle tonalità presenti nei dipinti selezionati per le sale del piano terra coinvolte nell’esposizione.

La grandezza del pittore è nota a tutti, così come le sue travagliate e drammatiche vicende biografiche, elementi questi che rendono difficile la narrazione della sua storia attraverso le celeberrime composizioni uscite dal suo pennello, ma vale la pena vedere alcuni interessanti quadri proposti in mostra e su cui si può apporre l’attenzione.

Prima tra tutti, nella sala iniziale, vi è la Conversione di Saulo, oggi in Collezione Odescalchi, prima versione di una delle due composizioni per la Cappella Cerasi in santa Maria del Popolo, realizzata su legno di cipresso – così come ricordato dal contratto del settembre 1600 – e ancora oggi conservata.

La sala successiva, che vede come fulcro le “eroine” della Bibbia raffigurate con il volto della celebre cortigiana Fillide Melandroni – la Giuditta di Palazzo Barberini, la Marta e Maddalena del Detroit Art Institute e la monumentale Santa Caterina del Museo Thyssen Bornemisza di Madrid -, presenta il confronto tra i due ritratti di Maffeo Barberini, entrambi in collezione privata, uno dei quali recentemente riscoperto ed esposto al pubblico presso le stesse Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma.

Nel grande salone seguente, con alcune delle raffigurazioni sacre più intense realizzate dal pittore, è presentato il ritrovato Ecce Homo, acquisito in tempi recentissimi dal Museo del Prado di Madrid e ancora sotto le attenzioni della critica, davanti alla più nota e struggente Cattura di Cristo di Dublino.

Al termine del percorso, viene esposto il Martirio di sant’Orsola delle Gallerie d’Italia di Napoli, una delle ultime opere dell’artista. Sottoposta ad un delicato intervento di restauro, la tela ha visto riemergere dal fondo scuro tre figure originali coperte da secoli di restauri e nuovamente riportate alla luce.

Per informazioni di visita e prenotare i biglietti – non è obbligatorio ma assolutamente consigliato, vista l’enorme affluenza – si può far riferimento a questo link. Per l’occasione, vi saranno anche alcune visite speciali al Casino Boncompagni Ludovisi, che conserva l’unica pittura murale realizzata da Michelangelo Merisi, insieme ad altre opere realizzate da Guercino.

E poi, per chi vuole continuare ad immergersi nel Seicento, si può continuare la visita con il museo al piano superiore e scoprire, tra gli altri, Pietro da Cortona, Guido Reni, Domenichino e l’enigmatico Maestro della Candela.

Lara Scanu