Spesso si sente parlare di galateo o vi si fa riferimento in particolari occasioni ufficiali o di festa. Ma a cosa fa realmente riferimento questa parola? Da dove viene e perché la si utilizza soprattutto per le norme di comportamento relative alla tavola?

Galateo è di fatto un codice che stabilisce determinate norme relative al comportamento sociale. Il termine nasce con il vescovo di Sessa Aurunca Galeazzo Florimonte, personaggio che ispirò il Trattato di messer Giovanni della Casa, nel quale sotto la persona d’un vecchio idiota ammaestrante un suo giovanetto, si ragiona de modi, che si debbono o tenere, o schifare nella comune conversatione, cognominato Galatheo overo de costumi, pubblicato dopo la morte dell’autore nel 1558 ma scritto tra il 1551 e il 1555, di fatto primo testo sull’argomento. Questo è il primo tentativo di normalizzare un canone di comportamento non scritto ma, almeno fino ad oggi, intramontabile.

Il volume di Giovanni della Casa è l’apice di una lunga tradizione che ha origini molto antiche. Il primo tentativo fu quello di Tito Flavio Clemente, meglio noto come Clemente Alessandrino, teologo greco del II secolo che scrisse Il pedagogo, un vero e proprio manuale per divenire un perfetto cristiano istruito, all’interno del quale propose tra le norme da rispettare le regole per stare a tavola, vestirsi, come parlare e anche come utilizzare i profumi in base alle circostanze.

Poco prima di della Casa fu l’umanista Erasmo da Rotterdam a proporre delle regole in un testo legato all’insegnamento delle buone maniere fin dalla più tenera età dal titolo De civilitate morum puerilium stampato nel 1530. Tali norme, indirizzate a tutti senza alcuna distinzione legata alla classe sociale di nascita o di appartenenza, influenzarono notevolmente le riflessioni in questo ambito, consentendo la diffusione di questa tipologia di manuali comportamentali.

A partire dal 1558, il testo di Giovanni della Casa ebbe un successo incredibile, divenendo uno dei testi maggiormente tradotti in tutte le lingue, dando origine anche ad un vero e proprio genere letterario denominato bienséances, popolarissimo nel Seicento per chiunque volesse dare un’ottima impressione all’interno delle situazioni più in vista della vita sociale dell’epoca.
Le immagini inserite si riferiscono agli usi corretti della mise en place secondo le correnti norme del galateo. Per un’ineccepibile apparecchiatura occorre avere le seguenti categorie di suppellettili:
Stoviglie
piatti
fondine, tazze da consommé
piattini
ciotoline
sciacquadita
Biancheria
tovaglie
tovagliette o coprimacchia
tovaglioli
salviette di servizio

Posate
coltelli
forchette
cucchiai
cucchiaini da dessert

Bicchieri
per acqua
per vino rosso
per vino bianco
per dessert
da spumante o aperitivo
Accessori da tavola (o menàges)
saliera e pepiera
oliera e acetiera
zuccheriera
bottigliette per salse
formaggiera
porta stuzzicadenti
Accessori di servizio
scaldavivande e scaldapiatti (o réchaud)
vassoi
carta dei vini e menù
brocche per l’acqua
straccio o spugna umidi
fiammiferi o accendino
blocco per le comande
apribottiglie (cavatappi)
Lara Scanu