Campane a festa. La storia di una famiglia di gioielli capresi: Chantecler

È il 20 ottobre 1944 e in un gioiello incastonato sul mare, quale è l’isola di Capri, Pietro Capuano soprannominato Chantecler per il suo carattere esuberante, proprio come il gallo della novella di Edmond Rostand, produce una campana da regalare al presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt come portafortuna e segnale di pace al termine delle tremende vicende della Seconda Guerra Mondiale.

L’ispirazione nasce da una leggenda locale che racconta di come un giovane pastore riuscì a recuperare una sua pecora dispersa grazie al tintinnio della campana regalata da san Michele all’animale, che da allora divenne simbolo di pace e fortuna.

Nel 1947 Pietro e un suo amico, Salvatore Aprea, fondano il marchio Chantecler e realizzano la prima campana gioiello, donata a Edda Ciano: la neonata gioielleria caprese divenne ben presto tra le principali mete di shopping del jet set internazionale, offrendo preziosi sia da donna che da uomo prevalentemente in forma di campanelle.

La storia del marchio continua grazie alla famiglia Aprea, che rileva completamente l’attività negli anni Ottanta, e prosegue fino ai giorni nostri, mantenendo la formula delle gioiose campane e rinnovandosi grazie all’utilizzo di nuove forme ma con il suo design inconfondibile. Grazie al suo peculiare mix di storia, tradizione e innovazione, i preziosi profili capresi conquistano il mondo, fino ad arrivare a inizio anni Duemila nella lontana Tokyo.

Lara Scanu 

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