Il nome di questo meraviglioso borgo marchigiano, posto su un’altura tra il mare Adriatico e i Monti Sibillini, è indissolubilmente legato al suo Colle dell’infinito, cantato nel celeberrimo idillio del cittadino più famoso di Recanati, Giacomo Leopardi.
Sulla piazza denominata Sabato del villaggio si affaccia il museo di Casa Leopardi, luogo unico per avvicinarsi al poeta, alla sua realtà familiare e ai luoghi che ispirarono i suoi primi componimenti poetici: affacciandosi dalla biblioteca del nobile palazzo, all’interno della quale si possono ammirare autografi e libri di proprietà del poeta e della sua famiglia, si può vedere la casa di Silvia, la ragazza amata dal poeta e morta in giovane età a causa della tubercolosi (in realtà Teresa Fattorini, figlia di un cocchiere di casa Leopardi). Accanto all’ingresso del museo, la cantina, ancora di proprietà degli eredi del poeta, dove si possono degustare ed acquistare i prodotti tipici della zona.
Sebbene l’aura del poeta recanatese, che definiva il suo paese d’origine il “natio borgo selvaggio”, si percepisca ovunque all’interno della cittadina marchigiana, in particolar modo nella piazza che porta il suo nome dove campeggia una grandissima statua che lo ricorda, si possono visitare molti altri interessanti luoghi che la legano a varie forme d’arte.
Per i melomani, interessante è il percorso che si può dedicare al cantante lirico Beniamino Gigli, personaggio controverso ma talentuoso, anch’egli nativo di Recanati: a lui è dedicato un museo presso il Teatro Persiani, dove sono esposti cimeli ed oggetti appartenuti all’artista; imponente e significativa per concludere la comprensione del personaggio è la tomba del cantante, presso il cimitero comunale della cittadina: una piramide imponente e lussuosa. Sul colle di Montarice, quasi come ornamento, una vela bianca di un’architettura in lontananza, vi è la villa che Gigli si era fatto costruire dall’architetto Florestano di Fausto.
Per chi vuole ammirare le bellezze artistiche, oltre alle numerose chiese presenti nel territorio, tra le quali vale la pena menzionare la Concattedrale di San Flaviano, la Chiesa di Sant’Agostino e la Chiesa dei Cappuccini, c’è Villa Colloredo Mels, una residenza che ha il suo più antico nucleo architettonico databile al Trecento e che, attraverso i rifacimenti cinquecenteschi che hanno portato alla costruzione del monumentale scalone, giunge alla sua forma attuale intorno alla metà del Settecento.
All’interno del percorso museale, che spazia cronologicamente dalle scoperte archeologiche all’arte contemporanea con la figura di Biagio Biagetti, grande spazio è lasciato alla figura del pittore veneziano Lorenzo Lotto, che molto ha lavorato in terra marchigiana, del quale in questo luogo sono conservati tra i suoi più grandi capolavori: il Polittico di San Domenico, la Trasfigurazione e la celebre Annunciazione.
Ma la grandezza di Recanati è, senza dubbio, la bellezza paesaggistica: ispiratrice di poeti, musa per i pittori, nido per i musicisti, è il luogo ameno adatto a trascorrere qualche giorno di pace e bellezza per il cuore e lo spirito. Una passeggiata sul Monte Tabor, conosciuto dai più come Colle dell’Infinito, aiuterà chi visita la città marchigiana ad entrare in empatia con gli ultimi versi dell’idillio leopardiano: «Così tra questa/ immensità s’annega il pensier mio:/ e il naufragar m’è dolce in questo mare.»
Lara Scanu